Begli incontri a Farm Cultural Park!
Ai sette cortili può accadere di incontrare
chiunque e da qualunque parte del Mondo.
In due giorni ho incontrato catanesi, agrigentini, calabresi, ma
anche americani, spagnoli, venezuelani ed ecuadoriani...come fossero calamite, ed
ognuno per le sue ragioni, viene attratto dal magnete Farm Cultural Park che: affascina,
incuriosisce, regala opportunità, arte, architettura, colori, speranze e sogni
di riscatto sociale.
Del resto a me è accaduto questo!
In questo post proverò a raccontarvi del centro di
arte contemporanea “siculo” attraverso le parole di qualcuna delle persone che lo vivono e non semplicemente visitano; con
molti, mentre si chiacchierava, si è magicamente insinuata quella preziosa
quanta rara sensazione di complicità ed allora abbiamo deciso di giocare
insieme video registrando sogni, progetti e speranze forse con l’
illusione di lasciare una testimonianza delle emozioni…non so se questo tentativo è riuscito,
io, dal canto mio, non mi ero mai cimentata in cose del genere, mai
intervistato qualcuno, non avevo preparato domande, non avevo strumentazione
idonea, penso mi abbia aiutato la mia generosa curiosità e il fatto di non
prendermi mai sul serio.
Domenico Romeo, è stato lui ad aprire il sipario
del mio debutto da impacciata ed improvvisata intervistatrice/video maker!
Ho conosciuto questo poliedrico artista nel
suggestivo silenzio che può regalare una terrazza dei sette cortili, illuminata dal sole, da dove,
da una angolazione, si possono ammirare interventi architettonici e di arte
contemporanea e, dall’ altra, un maestoso campanile come quello della Chiesa Madre
ed il centro storico di Favara; lui era al lavoro alle prese con la
realizzazione di una opera dal nome "Bandiera-movimento
irrazionale-1” che ha visto coinvolto l intero perimetro del solarium.
Si appassiona alla grafica durante gli studi universitari in giurisprudenza, successivamente si dedica anche alla
street art, il suo è un processo inverso, parte dall’ università per ritrovarsi
“ alla strada”, sempre in cerca di nuovi stimoli gira il mondo e progetta e
programma ( nel video ci svela una piccola anteprima).
Noi lo seguiremo e tifiamo per lui!
Mentre,
ipnotizzata dalla sua maestria, continuavo ad osservare lavorare Domenico
Romeo, giunge un gruppetto di ragazzi, vengo subito colpita da una giovane,
occhi e capelli neri, rossetto rosso ed un look ricercato, è Laura Sardo, e si
occupa di gestire i bar di Farm Cultural Park.
Le
si illuminano gli occhi quando parla dei suoi progetti futuri,
inconsapevolmente, ha fornito un
contributo prezioso al mio tentativo di comprendere l’ impatto sociale che un
progetto come quello di Farm Cultural Park ha nel territorio in cui prende
vita.
Alcune
volte mi ritrovo ad immaginare a quando riuscirò a tornare a Favara, spero di
trovare Laura felice ed appagata delle sue scelte.
Stare
in solarium è davvero piacevole e anche Andrea Bartoli, il “notaio” come lo
chiamano da queste parti, fa capolino, ed io, presa dal progetto “buona la
prima”, con gentilezza gli chiedo di rispondere a qualche
curiosità! La verità? Credevo rifiutasse ed invece si è seduto e aspettava le
mie domande, confesso che ho sudato freddo...ma...superato il primo momento di
indecisione...sono partita: per scoprire come è andata... http://interazioni-creative.blogspot.it/2014/09/andrea-bartoli-il-convogliatore-di.html)
Capita
anche questo a Farm Cultural Park, di passeggiare a suon di swing e di
incontrare come se nulla fosse le signore anziane del paese sedute sull’ uscio
di casa! Nel pomeriggio? No a mezzanotte.
Non
ho resistito ed ho chiacchierato anche con loro, Maria, Rosa, Maria… avrei
anche la registrazione e, loro sanno che la avrei pubblicata, ma mi sento di dedicare a queste splendide
signore anziane una accortezza particolare perché loro non frequentano i social
e non hanno lan possibilità di guardare su you tube ( comunque la gag è stata simpaticissima,
ad un certo punto incitate da me che ero incitata da due calici di rosato di
casa Comerci, hanno iniziato a mandare baci ad Andrea Bartoli…ahahah); loro
sono l’ anima di Farm Cultural Park, hanno sempre abitato in quei cortili, li
hanno visti degenerare verso l’isolamento sociale ed il degrado strutturale,
sono cresciute in questo posto che ora è diventato divertentissimo ( una del
gruppetto mi confessa che tutte le sere raggiunge le amiche perché dove abita
lei non c’è nulla ed invece vuole divertirsi e socializzare).
La
sera successiva sento il bisogno di parlare ancora con loro, so di trovarle al
“solito posto”, un posto sul gradino è libero, io mi siedo con naturalezza,
chiacchieriamo per un paio di ore, sono incuriosite dal mio i phone, mi
chiedono di vedere le foro scattate la sera prima, ridono come bambine, nel
vedere le registrazioni, una scorge qualche nuova ruga e, mi fanno commuovere,
mi abbracciano e quando arriva il momento di salutarci e, gli dico che il
giorno dopo ripartirò, mi confessano che “si sono affezionate” e che mai e poi
mai a nessuno avevano concesso di sedersi sul loro gradino, senza saperlo ho
conquistato un posto nel club dell’ anima silenziosa di Farm Cultural Park e
per me è un grande onore.
Le
chiacchierate non finiscono qui, o meglio, io chiacchiero con molta gente,
ormai sono un fiume in piena, eccitata nel trovarmi in un luogo ma, anche e
soprattutto, nel frutto di un processo di rinnovamento sociale e cultuale che è
partito dal desiderio di migliorare un piccolo pezzo di mondo e che ci è
decisamente riuscito.
Da
quando sono arrivata, noto spesso un tipo, molto alto con una folta barba, dai
modi gentili chiacchiera un po’ con tutti, intuisco sia operativo ai sette
cortili, è Peppe Sirchia, catanese, un
architetto, eccellente comunicatore.
La chiacchierata con Beppe è liberatoria, ormai mi sento “lanciata in video”, la stanchezza mi gioca qualche scherzetto, sono in piedi da 18 ore, affrontato 6 ore di viaggio, e, sono tanti gli stimoli, ma, decido di pubblicare ugualmente la registrazione della chiacchierata perché questo “gigante buono” lancia, con cognizione di causa, un forte messaggio di entusiasmo e di incoraggiamento a tutti quei giovani che decidono di mettersi in gioco per tentare di fare innovazione sociale nei propri territori.
Spesso è sufficiente una scintilla per innescare “l’ effetto supernova” di cui parla Peppe, e, intraprendere la scelta di inseguire il coraggio delle idee e della volontà di contribuire ad un cambiamento; a me, stà accadendo proprio questo: presa la decisione di mettermi in gioco per il solo piacere di ascoltare il mio io stanco di dover sempre soccombere alla mancanza di opportunità, alla rassegnazione, e di dover sempre, invece, ascoltare messaggi negativi come “ siamo al sud, qui non si riesce a fare nulla…” ,giorno dopo giorno, con umiltà e spirito ottimista, mi metto in gioco, progettando, sperando, conoscendo giovani che hanno la stessa speranza di rinnovamento sociale e voglia di fare; non so questo a cosa potrà condurmi, ma, il solo fatto di scoprire in giro simili desideri, riempie le mie giornate di un sapore nuovo.
Nel
prossimo post vi racconterò di altre meravigliose persone sicule, e poi, come promesso a molti amici, inizierò
a raccontarvi di una Calabria che si è azionata e che lavora concretamente per
contribuire al racconto di un Sud Italia che merita di essere mostrato al mondo
per le tante risorse, che, se anche latenti, esistono e sono meravigliose.
Con
l’ augurio di riuscire ad essere sempre noi stessi e #perunacalabriamigliore
Enjoy
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