Andrea Bartoli il “convogliatore di sogni”: Farm Cultural Park!

Wuau ragazzi, che botta di ottimismo questa Farm Cultural Park!

Neanche il tempo di ritornare in Calabria che già durante il viaggio buttavo giù idee e pensieri.
A ogni sosta, in autogril, in traghetto, la mente andava così veloce che ad un certo punto ho dovuto mettere da parte il taccuino e  ricorrere alla funzione memo vocale del mio i phone per restare al passo con me stessa e le mie emozioni.

Venerdì 5 settembre è stata una serata troppo allegra,  una festa bellissima, la Farm è stata animata dalla' evento Miscita: vi anticipo, solo che, ad un certo punto, era difficile riuscire a camminare, sia per la gente che c’era e che si divertiva.

La mattina dopo tra la sbornia da  a-d-r-e-n-a-l-i-n-a e la stanchezza ho gironzolato per Farm in completo relax; muovendomi lentamente negli spazi ho assaporato l' alchimia di questo luogo. Solo sedendomi sull’ uscio della porta di zia Maria e delle sue amiche ho percepito la forza del progetto.

Chi è zia Maria?…pazienza, pazienza, vi racconterò anche di questo perché questo è solo il primo post di una serie che stanno lievitando e che infornerò in rete tra stanotte e domani. ;)



Farm Cultural Park è uno spazio dove tutti sembrano in preda ad una rivoluzione personale che li porta ad accettare di essere se stessi a, vivere, e coltivare, i propri sogni; Andrea Bartoli è un  “convogliatore di sogni”, aveva un progetto di certo dall’ alto impatto sociale, ma, che, ha innescato un processo che và oltre l’ iniziale potenziale.

In questi giorni non ho conosciuto solo bella gente, ma sogni e progetti, anime creative e artistiche, consapevoli di non avere molte opportunità nei luoghi di nascita e, riconoscenti che, nel profondo sud Italia, vi sia un luogo che accoglie tutti come un' opportunità.
Andrea e Florinda ci hanno creduto nel loro sogno e lo hanno anche condiviso con il territorio; questo processo ha fatto emergere risorse valide ma latenti e inespresse in un territorio in cui molti credevano non ci fosse nulla, non si potesse fare nulla.

Ho percepito l’ intrinseca forza del progetto di Farm Cultural Park solo quando, in relax a bere gynseng su un comodo pouf, ho visto allegra l’ elegante, quanto semplice Florinda, le bimbe  educatissime giocare serene tra decine e decine di persone, Andrea passeggiare e accogliere amici e conoscenti: Farm Cultural Park è il loro progetto di vita, frutto di una vocazione personale, espressione del desiderio di fornire un futuro più allegro e creativo alle loro piccole principesse e alle future generazioni ( e non solo loro) nella terra d'origine tanto amata, la Sicilia.


Andrea mi ha raccontato la molla da cui ha preso il via il progetto, purtroppo, un evento drammatico, che ha portato sofferenza e lacrime, un evento che ha spezzato due giovani vite favaresi, e il progetto che subisce un' anticipazione di due anni rispetto ai piani.

Non potevo non dedicare il primo post di questo racconto a un semplice quanto grande uomo, Andrea Bartoli; in giro sul web e sul suo sito internet potete accedere a informazioni ufficiali, io, posso dire di avere conosciuto un uomo ma anche un ragazzo, un professionista ma anche un creativo, un imprenditore ma anche un giocherellone; mi ha colpita in particolare il suo modo così naturale di abbracciare il nuovo che arriva, l'affetto con cui i suoi collaboratori parlano di lui, la sua naturalezza e tranquillità con la sua metà e le figlie: ho intravisto brillare nei suoi occhi speranza e luce quando gli ho chiesto: “ Progetti futuri?”





Avevo intuito dal web che “il notaio”( come lo chiama la gente del posto)  fosse un tipo simpatico ( non è consueto beccare foto in rete di professionisti che fanno la linguaccia puntando dritti e sicuri verso l’ obiettivo)  ma non avevo intuito fosse anche tanto umile da accettare di chiacchierare e esaudire la curiosità di una giovane un po tanto confusa piombata dal nulla come me, da un  progetto “emergente” dal nome "Interazioni Creative – be yourself-!"

Il simpatico scatto concesso a Interazione Creative
In un precedente post avevo giocato a immaginare la Farm come un “originale, eccentrico nido d’amore”, non mi sbagliavo, ma, penso sia più completo definirlo un “nido di sogni”.

“Sarà il modo in cui si osserva gli altri vivere le proprie scelte e rincorrere i propri sogni la benzina emozionale giusta per decidere di farlo a nostra volta? Possiamo chiamare questa energia, contaminazione? 

To be continued...

p.s.: vi segnalo che le foto delle giornate in Sicilia sono pubblicate sulla neonata pagina fb di Interazioni Creative- be yourself- cliccando qui,.

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