Qualcosa sta cambiando!
Nei post precedenti
sono partita nel raccontarvi di Andrea Bartoli, del suo sogno nato da una
passione, quella per l’ arte contemporanea, coltivata durante gli studi
notarili e alimentata da viaggi per il mondo, cresciuta a tal punto da decidere
di trasformarla in un progetto di vita.
Questo sogno, di cui
avevo letto in rete, mi ha incuriosito così tanto da non riuscire a frenare la voglia di scoprirlo con i mie occhi, di affrontare un viaggio che ha assorbito gli
ultimi spiccioli da parte e fatto percorrere quasi 1000 km in tre giorni;
credevo, che, tornando, avrei scritto giusto qualche post, raccontato di un
luogo bello e innovativo ma mi ritrovo a raccontarvi di speranza, di un viaggio umano fatto
di incontri, emozioni, sogni, sorrisi, riflessioni, speranze.
A Farm Cultural Park ho ascoltato storie di vita e racconti, mi sono lasciata piacevolmente entusiasmare dalla sete di riscatto culturale che ho percepito negli occhi dei ragazzi di tanti giovani con una marcia in più e il coraggio di inseguire i propri sogni. Si respira voglia di collaborare, insinuarsi l’ uno nel progetto dell’ altro, per contaminarsi e alimentarsi a vicenda, per far si che ciò che sembra impossibile diventi realtà, una splendida realtà!
A Farm Cultural Park ho ascoltato storie di vita e racconti, mi sono lasciata piacevolmente entusiasmare dalla sete di riscatto culturale che ho percepito negli occhi dei ragazzi di tanti giovani con una marcia in più e il coraggio di inseguire i propri sogni. Si respira voglia di collaborare, insinuarsi l’ uno nel progetto dell’ altro, per contaminarsi e alimentarsi a vicenda, per far si che ciò che sembra impossibile diventi realtà, una splendida realtà!
Per mettersi in gioco, cosa non deve mancare?
Gli ingredienti indispensabili sono: coraggio, determinazione, ottimismo e … un pizzico di follia; avere talento e passione non guasta ma ognuno deve tentare di mantenere i propri tratti distintivi, per rimanere unico e originale.
Si parla spesso di noi giovani meridionali come di un popolo di combattenti nati stanchi, ai più intraprendenti non resta altro che partire per tentare di guadagnare opportunità di realizzazione professionale e culturale altrove; chi resta sembra finire nel baratro della rassegnazione con l’ unico spiraglio di vita affidato a qualche viaggio.
Il cambiamento l’ho incontrato a Favara, l'ho incontrato, l’ho visto, ci ho parlato, l’ ho toccato con mano, e, torno arricchita da un dono prezioso: la concreta e tangibile consapevolezza che qualcosa sta cambiando e, che ognuno di noi, se lo vuole davvero, può contribuire a questo cambiamento.
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